Tipi di temporali in base alla struttura

 

Home

Chi siamo

Attività

Geologia

Protezione Civile

Forum

Download

Info & Città

Links

Contattaci

Magazine on-line 

 

Testi by

Alberto Gobbi 

Foto by

 Fabio Giordano

Schemi by

 Massimo Ongano

 

Il movimento di un qualsiasi temporale dipende dal modello di crescita dei cumulonembi e dai venti nella medio-alta troposfera (circa 6 km di quota).

Se una cella si forma e poi interrompe la sua crescita, essa verrà trasportata dai venti in quota per poi evaporare: questo è ciò che accade normalmente nelle celle singole e nei temporali più deboli.

Invece nei sistemi temporaleschi composti da più celle (multicelle) il fenomeno della rigenerazione porta alla continua ricreazione di nuove cellule mediante l’outflow della cella originaria che solleva l’aria caldo-umida preesistente al suolo.

Nella supercella invece la rigenerazione è sostituita dalla rotazione che favorisce la convenzione e viceversa (sistema autoalimentato).

 

Cella singola: è la forma più semplice di temporale e attraversa gli stadi di sviluppo, maturazione e dissolvimento senza creare altre celle; si nota ad occhio nudo come un singolo cumulonembo dotato di un'unica e grossa protuberanza prima che questo formi l’incudine.

E' difficile prevederne l'insorgenza, perchè queste si sviluppano in momenti e luoghi apparentemente casuali e in maniera disorganizzata: essendo temporali ad asse verticale, updraft e downdraft interferiscono fra di loro quindi raramente superano la mezz’ora di vita.

Cella singola in evoluzione a multicella
1. incudine vecchia
2. incudine più giovane
Foto di Fabio Giordano

Cluster di multicelle: il temporale attraverserà fasi più deboli e fasi più intense date dalla rigenerazione delle singole celle che, nel loro insieme, costituiscono il temporale a multicella (cluster).

Dal vivo vedremo una successione di torri crescenti in quanto ogni torre matura si eleva verso l’alto formando l’incudine e produrrà il downdraft e conseguente outflow che innescherà lo sviluppo di una nuova cella poco distante e così via.

Lo sviluppo di nuove celle può avvenire indifferentemente davanti o dietro al cluster stesso: in genere le nuove celle si sviluppano davanti quando il cluster è di origine frontale o prefrontale; dietro o sul lato SW quando il cluster è originato da aria fredda in quota o è di matrice orografica.

E' il più comune tipo di temporale ed è individuabile dal satellite per la forma tondeggiante o a grappolo.

Classico temporale a multicella
1. incudine giovane
2. incudine più vecchia
Foto di Fabio Giordano

Linea di multicelle: è conosciuta anche come squall line o linea di groppo e rappresenta il "salto sinottico" di vento al passaggio di un fronte freddo in cui le correnti umide meridionali prefrontali vengono sostituite da aria fredda postfrontale dal quadrante nordoccidentale.

L'allineamento dei Cb è favorito dal fronte freddo avanzante e questi ne seguono fedelmente l'orientamento specialmente se il cuneo freddo è ben definito e giovane.

Nelle ore di luce la linea di groppo appare come un muro di Cb avanzanti che ricordano un lungo sistema di temporali multicellulari.

Lo sviluppo delle celle avviene nell'estremità S della linea, il dissolvimento nell'estremità N e in mezzo a queste due estremità c'è un'enorme incudine che si estende davanti ai corpi verticali dei cumulonembi.

 

Supercella: si tratta di un sistema di correnti ascendente e discendente su vasta scala in cui la prima è dotata di moto rotatorio (updraft rotante) e conosciuta col termine di mesociclone che è un ciclone in miniatura con diametro di alcune decine di km.

La supercella, per certi versi, può essere considerata come un’enorme cella singola provvista al suo interno di una corrente ascensionale rotante in senso antiorario (nel nostro emisfero).

E’ il tipico temporale foriero di tornado e la sua formazione presuppone un forte gradiente termo-igrometrico verticale (aria caldo-umida al suolo, aria fredda e secca in quota), forti venti in quota e uno spiccato wind shear verticale positivo.

La supercella può essere provvista di una "flanking line", cioè una linea di cumuli medi e cumuli congesti (prodotti dall'outflow della supercella) che si estende verso l'esterno dal settore SW della supercella stessa.

Probabile supercella sulla Puglia vista dal satellite polare
Frecce rosse: correnti di inflow
Frecce blu: correnti di outflow

Oltre al mesociclone, le supercelle differiscono dalle normali celle per via delle correnti discendenti che, invece di divergere all'esterno del temporale come outflow, vengono in parte richiamate all'interno del Cb ad opera del mesociclone portando così alla formazione della "wall cloud".

Schema delle correnti convettive in una supercella temporalesca
A cura di Massimo Ongaro dell'Unione Meteorologica del Friuli Venezia Giulia

Inoltre, la forte convergenza presente sia davanti sia dietro alla supercella ne rallenta di molto il movimento traslatorio: i temporali a supercella possono rimanere bloccati per ore in zone geografiche precise prima di spostarsi o attenuarsi.

 

SISTEMI CONVETTIVI A MESOSCALA (MCS-MCC): differiscono dalle supercelle per il fatto che nascono sempre dall'unione di diversi elementi temporaleschi, mentre la supercella è intesa come unico individuo; dopodichè le differenze riguardano la fenomenologia, che sarà sempre più importante nelle supercelle, benchè MCS-MCC possano causare danni e rischi alluvionali.

 

MCS (Mesoscale Convective System): è un sistema temporalesco di dimensioni spaziali alquanto limitate e costituito da diverse celle ravvicinate tra loro in diversi stadi evolutivi; generalmente persiste per diverse ore e può percorrere molti km alquanto attivo supportato dal continuo ricambio tra celle in dissoluzione e celle giovani in formazione grazie al noto fenomeno della rigenerazione.

Un MCS può essere lineare oppure circolare: in quest’ultimo caso si tratterà di un cluster generato da semplici avvezioni di aria fredda in quota senza un transito frontale vero e proprio. In sostanza si tratta di linee o cluster temporaleschi piuttosto intensi e duraturi; in Pianura Padana sono sistemi abbastanza frequenti ogni qualvolta vi sia un ingresso frontale ben definito.

 

MCC (Mesoscale Convective Complex): si può definire come un sistema di diversi MCS ravvicinati tra loro e alquanto vigorosi oppure un grande MCS. Gli MCC, visti al satellite, sono generalmente di forma tondeggiante od ovale e ricoprono aree geografiche piuttosto vaste (indicativamente da 50 km fino ad alcune centinaia di km).

Possono durare molte ore e scaricare enormi quantità di pioggia con rischio di eventi alluvionali, essendo sistemi ad elevato potenziale (più frequenti negli Stati Uniti).

Volendo semplificare si pongono a metà strada tra gli MCS e le supercelle, ma come potenziale sono molto più vicini alle seconde che non ai primi.

 

 

                         Home Chi siamoAttivitàGeologia Protezione CivileForum Download  Info & CittàLinksContattaci  Magazine on-line     

Ultimo aggiornamento:  10-01-08                                Copyright 2003-2008                         Per info contattare il  Webmaster